Secondo Openpolis, esiste una correzione forte tra povertà educativa e divari dell’apprendimento delle lingue straniere negli studenti e studentesse. I dati evidenziano, infatti, che i giovani che vivono in famiglie svantaggiate hanno risultati inferiori a scuola rispetto agli altri coetanei, in quanto dispongono di meno sostegno e opportunità. Al contrario, le famiglie che vivono in condizione elevata dal punto di vista economico, sociale e culturale, dimostrano risultati migliori del 20% rispetto alla media.

In particolare, sono più colpiti dal disagio i ragazzi che vivono nelle regioni del sud Italia, i quali hanno anche i successi più limitati nei test Invalsi di inglese. La “maglia nera” spetta agli studenti siciliani, che raggiungono risultati nettamente inferiori rispetto ai coetanei di Bolzano, Trento, del Friuli Venezia Giulia e della Valle d’Aosta o della Lombardia.

Il divario di apprendimento delle lingue straniere rappresenta un problema anche in termini di mobilità sociale, perché i giovani che provengono da famiglie più difficili, avranno anche meno possibilità di spostarsi dal territorio e questo genera un inceppamento nel cosiddetto ascensore sociale, cioè nella possibilità dei giovani di trovare un lavoro redditizio e poter contare nel futuro su migliori condizioni economiche rispetto alla famiglia di origine.

 

Per leggere tutto l’approfondimento e i grafici relativi, si rimanda al sito “Openpolis” al link https://www.openpolis.it/lapprendimento-delle-lingue-straniere-tra-bambini-e-ragazzi/

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