È stato pubblicato recentemente da parte dell’Istat uno studio relativo alla condizione giovanile con particolare riferimento al Sud Italia, centrato su alcuni temi rilevanti per la fascia giovanile 18-34 anni della popolazione. La ricerca intende inquadrare la situazione attuale nell’ottica di una ricognizione dei divari territoriali e di mutamento fra generazioni.
La fascia d’età analizzata corrisponde a una lunga fase di passaggio, caratterizzata, da un lato, da un progressivo prolungamento dei percorsi formativi e, quindi, da una tendenziale sospensione del distacco dalla famiglia di origine; dall’altro, da un difficoltoso accesso al mondo del lavoro.
Attualmente rientrano in questa fascia di età circa 10 milioni e 200mila giovani italiani, con una perdita di incidenza del -23,2% rispetto al 2002, che corrisponde a -3 milioni di persone. Infatti, l’Italia è il Paese dell’Unione Europea con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (nel 2021 17,5%; media UE 19,6%).
Ad oggi il 71,5% dei 18-34enni che risiede nel sud Italia vive in famiglia, mentre nel nord Italia la percentuale scende al 64,3%. La media nell’Unione Europea è del 49,4%.
Le Regioni Sardegna e Calabria, più di tutte, sono caratterizzate da un’elevata disoccupazione e da un debole sistema produttivo, con un conseguente impoverimento demografico di 18-34enni. In Sardegna, Campania e Calabria si trovano le percentuali più alte i giovani che vivono più a lungo in famiglia, mentre la più alta consistenza di NEET (giovani che non studiano e non lavorano) si ritrova in Calabria, Campania e Sicilia, rispettivamente con il 35% nelle prime due e il 34% nell’ultima.
Per leggere il report completo sul sito dell’Istat, si rimanda al link https://www.istat.it/it/files//2023/10/Focus-I-giovani-del-mezzogiorno.pdf
