Secondo le ultime rilevazioni pubblicate dall’Istat, nel corso del 2023 (da gennaio a settembre) sono decedute in Italia 484mila persone, di cui 220mila nel nord del Paese e 166mila al Sud.

Nel 2019 i decessi nella popolazione con più di 30 anni esaminati erano circa 628mila, il 59% dei quali possedeva al massimo un titolo di studio elementare; il 19,9% la licenza di scuola media inferiore e solo il 5,2% una laurea o un titolo di studio superiore. Questo avviene in quanto vi è una grossa differenza nella struttura per età in base al titolo di studio. In Italia, infatti, la più grande concentrazione di persone con basso titolo di studio è presente negli anziani. Il dato serve ad evidenziare le disuguaglianze nella mortalità, tenendo conto del titolo di studio come fattore che condiziona la situazione socio-economica e la posizione sociale della famiglia di origine, dell’adozione di determinati stili di vita e delle opportunità di accesso alle cure.

In ogni, caso tra i principali fattori di morte in Italia ci sono gli incidenti in auto. Secondo i dati Aci-Istat, nel 2022, nelle 107 province italiane si sono verificati 165.889 incidenti, con una media di 454 al giorno. Le persone decedute sono 3.159 morti, quasi 9 morti al giorno, mentre 223.475 persone sono rimaste ferite (oltre 600 al giorno). Rispetto al 2019 (l’anno scelto come riferimento per l’obiettivo 2030) 53 province su 107 hanno fatto registrare un aumento del numero dei morti sulle strade, mentre in altrettante tale numero è diminuito.

Il dato in assoluto più negativo tra le città è stato rilevato a Roma e Latina, dove c’è un peggioramento del dato relativo ai decessi, migliorano invece Brescia, Modena, Forlì-Cesena e Venezia.

In 13 province, tra cui Matera, Foggia, Nuoro, Vercelli, l’indice di mortalità (morti per 100 incidenti) è risultato almeno doppio rispetto al valore medio nazionale. Savona, Prato, Genova, La Spezia, Monza Brianza, Biella, Milano e Gorizia sono, invece, le province in cui gli incidenti risultano meno gravi. L’indice di mortalità, infatti, è inferiore ad un morto ogni 100 incidenti.

Nel settore della mobilità dolce (a piedi, in bicicletta, bicicletta elettrica o monopattino elettrico) le vittime sono in forte crescita per gli utenti di monopattini e bici elettriche. Per quanto riguarda i monopattini, sono stati certificati quasi 3mila incidenti e il decesso di 16 persone (di cui 4 in provincia di Milano, 3 in provincia di Roma e 2 in provincia di Torino, che insieme totalizzano il 56% dei morti a livello nazionale). Per le bici elettriche, invece, si contano 1.113 incidenti e il decesso di 20 persone, con il numero più alto a Padova (10 persone decedute), 9 Udine e 8 a Milano, Venezia e Ravenna.

In aumento sono anche gli incidenti che coinvolgono i pedoni, pari a 18.384 casi, che hanno causato la morte di 485 morti. Nella provincia di Roma, il più alto numero di pedoni morti (56), seguita da Milano (24), Napoli (23) e Torino (18).

 

Per approfondire gli altri dati, si rimanda al sito dell’Istato al link https://www.istat.it/it/archivio/288886

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