Il Dipartimento per le politiche della famiglia ha recentemente pubblicato la Relazione semestrale sullo stato di implementazione dell’Assegno unico e universale erogato per i figli a carico. A oltre un anno dall’introduzione dell’Assegno, il documento offre un primo bilancio sulla disciplina normativa, i dati statistici, l’impatto e gli effetti sulle famiglie, le principali problematiche attuative e interpretative.

Secondo i dati, nel corso del primo anno, i nuclei familiari beneficiari sono stati circa 5,3 milioni, con una media di 233 euro al mese erogati (per i nuclei che non hanno beneficiato del Reddito di cittadinanza) e di 166 euro al mese (per i nuclei beneficiari anche di Rdc). Sono stati più interessati i nuclei familiari del Sud Italia, che hanno anche una media superiore di contributo erogato, in particolare per quelli che risiedono in Calabria, dove risulta esserci la maggior concentrazione di figli appartenenti a nuclei familiari con ISEE inferiore a 16.000 euro (ben il 68% del totale), mentre nel nord, in Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta si ha maggior concentrazione di figli per i quali non è stato presentato ISEE o con ISEE maggiore a 43mila euro.

Dalle rilevazioni, risulta che l’Assegno unico e universale è stato particolarmente significativo per i giovani da 0 a 24 anni, in quanto il rischio povertà si è ridotto di diversi punti percentuali in tutte le classi di età. Il rischio povertà diminuisce anche per le famiglie con figli minorenni, sia per quanto riguarda le famiglie composte da due soggetti sia per quanto riguarda le famiglie monogenitoriali.

Complessivamente l’Assegno unico e universale lascia inalterata la situazione reddittuale del 66% delle famiglie, la migliora nel 24% dei casi e la peggiora solo nel 9% dei casi.

 

Per approfondire le informazioni, si rimanda alla Relazione integrale raggiungibile sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia al link https://famiglia.governo.it/media/2973/relazione-assegno-unico_16_06_23.pdf

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