Secondo i dati raccolti e resi noti dall’ONG “Save the Children” nel corso di “Impossibile”, la quattro giorno di riflessioni e proposte sull’Infanzia e l’Adolescenza, la dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51% in Italia. Il dato è allarmante: significa che un bambino su due ha difficoltà a comprendere il senso delle parole e pertanto vive in una condizione di difficoltà e soggettazione. La povertà educativa, cioè “la privazione da parte dei bambini e degli adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”, è causata da diversi fattori quali la privazione materiale, il genere, il territorio in cui si vive. Anche la pandemia ha accentuato il fenomeno, con la perdita consistente nei bambini dello sviluppo cognitivo, socio-emozionale, fisico, soprattutto per i minori che vivono in contesti svantaggiati, quali le periferie delle grandi città del centro e del nord del Paese. Un altro fattore di rischio è quello di appartenere a famiglie con un reddito basso, con background migratorio.

A fronte di circa 1 milione e 384.000 bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta, il dato più alto degli ultimi 15 anni, oggi in Italia un bambino ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni.

 

Per approfondire il rapporto di “Save the Children”, si rimanda al loro sito al link https://www.savethechildren.it/sites/default/files/files/Poverta_educativa.pdf

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